Un campionato vinto non si scorda mai. Figuriamoci a nemmeno vent’anni, come quelli di “Boscolino” così come soprannominato dai suoi compagni di squadra del Campodarsego. Nicola Boscolo Bisto quest’anno, con 26 presenze in campionato, è stato fra i tre giocatori più presenti della rosa, e in Coppa Italia s’è tolto anche lo sfizio di segnare alla sua ex squadra. Una stagione in cui è cresciuto molto e ha rappresentato una certezza sulla sua fascia, collezionando sempre ottime prestazioni. “Quest’anno per me è stato fantastico, bellissimo!”, ci racconta. “Mi sono trovato benissimo coi miei compagni, con tutto lo staff, è stato veramente bello e anzi, faccio fatica a ricordare anche solo un singolo istante di buio, che in un’annata così lunga può sempre capitare. Il bello di quest’anno è stato proprio questo: siamo sempre stati bene fra di noi, in campo ci siamo sempre divertiti, condividere una simile esperienza con compagni così rimarrà un ricordo bellissimo”.
Com’è stato il suo approccio con questa realtà? “Sapevo che a Campodarsego sarei arrivato in una realtà importante, una società solida e che arrivava da campionati sempre al vertice. Non mi aspettavo però un’accoglienza così forte, anche dai “vecchi” dello spogliatoio invece c’è stata subito intesa e una vera amicizia, non il distacco che ogni tanto si riscontra in questa situazioni. Mi sono sentito subito accolto, e mi sono trovato benissimo: ci siamo divertiti tanto, ogni settimana, e questo ha fatto la differenza. Vivendo altre situazioni non sempre ho trovato uno spogliatoio come questo, alla fine la differenza sul campo si vede e il risultato ne risente se manca questo spirito”.
Qual è stato il segreto del successo? “Qui ho trovato una grandissima organizzazione. L’ho notato fin da subito: sia la preparazione della partita da parte di mister Andreucci, che poi la sensazione che la stessa società e l’ambiente ci tenessero davvero tanto alla squadra, questo è stato determinante. Non eravamo mai impreparati ad afforntare ogni singola partita, e i risultati del campo l’hanno dimostrato: anche dai momenti di difficoltà siamo sempre usciti, a volte rimontando anche uno svantaggio che ci faceva apparire spacciati”.
La sua partita del cuore? “La partita che più mi ricorderò è quella inevitabilmente contro l’Adriese in Coppa: ho segnato, mi sono preso una grande rivincita personale. Ma a livello di squadra quel periodo con tutti gli scontri diretti ci ha permesso di dare un’impronta importante a questo girone: da lì abbiamo iniziato a prendere il largo, e non abbiamo più mollato la vetta”.